“…..IL PROBLEMA DEGLI STATI UNITI E’ L’INCARCERAZIONE DI MASSA”

Linkiesta

4 Giugno 2020

“…..IL PROBLEMA DEGLI STATI UNITI E’ L’INCARCERAZIONE DI MASSA

Ferdinando Cotogno

Il delitto di Minneapolis ha fatto riemergere tutti i difetti del sistema: in America si arresta un cittadino ogni tre secondi. Quasi 5 milioni di americani sono stati in prigione, molti dei quali per delle infrazioni lievi. E gli afroamericani finiscono in galera a un tasso cinque volte superiore a quello dei bianchi…..

Non c’è modo di capire l’ultima settimana di storia americana senza vedere cosa succede dall’altro capo dell’arresto e della morte di George Floyd a Minneapolis. Da un lato della vicenda quattro poliziotti arrestano e ammanettano un cittadino sulla parola dei commessi di un negozio, che lo accusano di aver pagato le sigarette con venti dollari contraffatti.

……

COMMENTO

Se il nulla, dell’infrazione, può suscitare il tutto, in reazione, è evidente che, per l’istituzione reattiva, polizia e magistratura, nulla è l’infrattore.

Questo rapporto tra il nulla, dell’infrazione e dell’infrattore, ed il tutto dell’ istituzione reattiva, cosi impari, diseguale, inversamente proporzionale, mostra che il passaggio, storico, dalla giustizia privata (vendetta, faida, a relazione proporzionale dei termini, talioniche ) alla giustizia pubblica (statale) non è stato affatto evolutivo, malgrado le attese.

E mostra che l’autore di giustizia pubblica a moderazione per sostituzione della giustizia privata, avendo tolto ogni proporzione alla reattività propria, è divenuto giustiziere a sua volta.

Ha privatizzato la giustizia pubblica e, monopolizzandola, si è sovranisticamente assolutizzato.

E molto più dell’autore di giustizia privata si è disumanizzato. Poiché non proporzionandosi all’avverso in quanto umano, lo ha cosificato, reificato; e “mediato”, trasformato nel mezzo della ostensione del proprio potere sociopolitico. Che è gratificato quando sovrasti fino all’annientamento.

Così che, se si cercasse quale potere sia più nemico al popolo ( del quale comunque, l’infrattore è parte inscindibile! ) non potrebbe dubitarsi che lo sia il suesposto, che non ve ne sia altro più nemico.

E che , quindi, l’azione politica che muovesse alla (democratizzazione come) depoterizzazione di quanto sovrasti il popolo, anzitutto ad esso dovrebbe guardare, anche perché essenza di altri poteri insediati nelle istituzioni sopra il popolo.

Ma la nullità dell’infrazione nullificante l’infrattore segnala che, l’infrazione, non è altro che disobbedienza.

L’infrattore ha mancato di obbedire, non importa il valore sociale del non obbedito, importa che egli non abbia obbedito, che sia stato disobbediente.

E quando la sola disobbedienza è un crimine (ritorna ad esserlo malgrado l’evoluzione storica della cultura penale, che alla disobbedienza al comando aggiunse la commissione di un Fatto sociopoliticamente rilevante), il disobbedito è maesta sovrana, la disobbedienza maestà lesa.

L’autoritarismo giuspolitico non potrebbe essere maggiore…

pietro diaz

Lascia un commento